Riprodurre la gloria di Roma



Carlomagno      

Karl, per Grazia di Dio, re dei Franchi e dei Longobardi, patrizio di Roma, per la penna del suo scriba Eginhard, dichiara:
Saluti a te Imperatore dei Romani!
Mi è graditissimo avere l'immenso onore di parlare al primo Imperatore di Roma, la cui immagine ha attraversato i secoli fino ad oggi. Sappi che mi sto ora adoprando per riprodurre gloria di Roma e del tuo Impero, e che la divisione e poi la morte dell'Impero Romano d'Occidente non rappresenta più che un vecchio incubo: quell'Impero rinasce dalle sue ceneri, ogni giorno un po' più. Tutti lodiamo il Signore, che tu non hai ancora conosciuto, ma che i tuoi illustri discendenti, Cesare, hanno saputo ammirare.
Gloria a Dio ed alla nuova Roma!
K.



Augusto      

L'Imperatore Caesar Augustus saluta Carolus, patrizio di Roma, re dei Franchi e dei Longobardi.

Ti ringrazio dei tuoi saluti molto cortesi, che non ho mancato di apprezzare. Inoltre, sono stato particolarmente contento di apprendere che i tuoi sforzi sono diretti a riprodurre la gloria di Roma e del mio Impero.

Ma se la tua ambizione è davvero quella di far rinascere l'Impero dei Romani, perché non stabilire la tua residenza sul Palatino, nel cuore della Città Eterna? È là la sede che gli Dei immortali hanno scelto per il governo del mondo. È là che Romolo ha eretto le prime mura dell'Urbe. È là che hanno risieduto tutti gli imperatori di Roma, fintanto che hanno conservato la fierezza d'essere Romani, qualsiasi fosse la propria regione d'origine.

In tutta la nostra storia, non vi sono stati che due Romani che hanno immaginato che si potesse portare altrove la capitale dell'Impero. Il primo è stato Marco Antonio, che, ammaliato dalle arti insidiose della strega egiziana, avrebbe voluto sottomettere la sua propria Patria alla città di Alessandria ed agli stravizi dell'Oriente. Per fortuna, tutti i suoi piani sacrileghi sono naufragati nel mare d'Azio. Il secondo è stato il sordido Costantino, che non aveva nessuna delle qualità di Antonio (e nemmeno una Cleopatra da amare), ma che ha avuto l'impudenza di abbandonare Roma a causa del suo carattere sacro, perché gli Dei non gli avrebbero mai perdonato tutti i suoi crimini abietti. Ed è evidentemente a partire da quel momento che l'Impero ha perso la sua identità romana, così come ogni voglia di continuare a rivestire il proprio ruolo di sostegno della civiltà romana.

Come vedi, l'idea di fondare una "nuova Roma" non è, purtroppo, per niente nuova. E potrai anche ben comprendere che questi due precedenti non possano ispirarmi alcuna simpatia.

Quanto al "Signore" di cui parli, posso confermarti che non l'ho mai conosciuto. Se si tratta, come temo, di qualche credenza legata alla superstizione d'origine orientale adottata da Costantino, ti prego di non parlarmene più. Non amo che mi si venga a dire che non bisogna più venerare Giove Ottimo Massimo, che ha vegliato sui Romani dall'alto del Campidoglio per più di mille anni; né Marte, l'antenato di Romolo ed il protettore delle armi dei Quiriti; né Venere, l'antenata della gente Giulia; né tutte le altre divinità come la Fortuna, la Vittoria, la Pace, la Concordia, la Pietà, la Virtù, e così via. E trovo piuttosto discutibile l'intolleranza di coloro che non ammettono alcun altro Dio al di fuori del proprio, come se tutti gli altri esseri divini - fra i quali sono stato accolto io stesso - non meritassero più d'essere venerati.

Vale.

IMP. CÆS. AVG.



Carlomagno      

Vi ringrazio della vostra risposta.
Mi limiterò a rispondere brevemente alle Vostre domande, certamente legittime per qualcuno che non ha conosciuto altro che la genesi dell'Impero e che ne fu peraltro - Gloria a Voi - all'origine.
Mi è impossibile fondare il mio impero dalla vostra antica capitale, poiché vi è là il territorio di Dio e del suo rappresentante a Roma. Ho giurato fedeltà al Papa e non posso impadronirmi degli Stati pontifici allorquando sono il patrizio di Roma, il suo guardiano. Non sono mica l'Imperatore di Roma! Oltretutto, espatriarmi a Roma significherebbe abbandonare il mio popolo, i Franchi, cosa che non posso fare. Ma resto ovviamente a disposizione della Santa-Sede e di Roma, pur governando dalla mia corte itinerante ed in particolare da Aix-la-Chapelle...
Perciò, lo ripeto: la mia intenzione non è di usurpare il titolo imperiale romano, ma proprio di ricostituire l'Impero di Roma al giorno d'oggi, in un contesto di unione di tutto l'Occidente cristiano, tra Franchi, Longobardi e Romani, sotto la tutela divina.
Per finire, è con amarezza ma mosso da un profondo convincimento logico, che Vi perdono per la Vostra ignoranza circa la religione del Signore, che è e deve restare la sola. Dio ha vinto i pagani da quando il Sapientissimo Costantino ha così deciso nel 392, poiché non è stato lui a chiudere le porte dei luoghi pagani, ma proprio Dio.
Quanto havessi amato che l'haveste amato come me!



Augusto      

Imperator Caesar Augustus a Carolus.

Ho ben ricevuto la tua seconda epistola. Non insistere più, per favore. Non ho proprio alcun bisogno di ulteriori spiegazioni per capire fino a che punto di barbarie è caduto il mondo civile alla tua epoca. Dei popoli germanici che si sono impadroniti di tutte le Gallie, dalla Cisalpina alla Transalpina! Un dio straniero che si è impadronito d'una parte dell'Italia, ivi inclusa l'Urbe immortale! Lo stesso dio - intollerante, geloso e dispotico - che ha chiuso tutti i luoghi di culto augusti e sacri della nostra civiltà millenaria! Il sinistro Costantino, presuntuoso, volgare e brutale, uccisore di sua moglie, del suo proprio figlio primogenito e di molti altri familiari, che viene considerato come "Sapientissimo"! Un'umanità timorosa e rammollita, che ha bisogno di vivere sotto la tutela dei preti d'una superstizione orientale nemica dell'uomo! Si tratta d'un incubo ben più spaventoso di tutto ciò che si sarebbe potuto ragionevolmente immaginare nel mio secolo.

Non mi scrivere più, Carolus, complice del carceriere di Roma! Te l'ho già detto che, in quanto Romano, ho orrore delle sette intolleranti, che non ammettono null'altro al di fuori delle credenze della propria religione, "che deve restare la sola", come dici. Non approfittare di questo spazio, riservato a coloro che vogliono pormi delle domande, per fare la tua propagande sfrontata e, come si dice oggigiorno? integralista?

IMP. CÆS. AVG.


quebec

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