Le mie buone azioni



Anthony      

Ave Cesare!
Mi chiamo Anthony e vorrei sapere: quali sono state le tue buone azioni nella tua vita?



Augusto      

L'Imperatore Cesare Augusto ad Anthony, salve.

Mi sembra che usi un'espressione un po' troppo vaga per indicare la qualità delle azioni che ti interessano. Avrei preferito un'indicazione più precisa, che corrispondesse alle principali qualità umane, come la valenza, l'onore, la lealtà, la pietà filiale, la prudenza, l'equità, la clemenza, e così via. Si tratta in effetti dei valori di cui noi veneriamo l'essenza divina attraverso il culto che i Romani hanno tributato alle divinità come Virtus, Honos, Fides, Pietas, Prudentia, Aequitas, Clementia, eccetera.
Ti darò allora, innanzi tutto, un brevissimo riassunto delle azioni che sono state apprezzate più di ogni altra da parte dei Romani e delle altre popolazioni dell'Impero. È un breve condensato che il mio segretario ha estratto dal mio "Res gestae":

"All'età di diciannove anni, per mia decisione personale ed a mie proprie spese, ho costituito un esercito con il quale ho restituito la libertà alla Repubblica oppressa da una fazione.
"Ho cacciato in esilio gli assassini di mio padre, punendo il loro crimine con delle sentenze legittime. Poi, avendo riportato la vittoria nelle guerre civili ch'essi avevano scatenato, ho risparmiato tutti i cittadini che hanno chiesto la grazia.
"Ho pacificato il mare, liberandolo dai pirati. Ho aumentato il territorio di tutte le province del popolo Romano ai confini dell'Impero. Ho ristabilito la pace nelle province di Spagna, delle Gallie e della Germania, così come lungo tutte le acque costiere dell'Oceano, da Cadice alla foce del fiume Elba. Ho pacificato le Alpi, dalla regione prossima al mare Adriatico fino al mar Tirreno, non avendo mosso guerra ad alcuna popolazione senza giusta causa; ed ho preferito preservare, anziché distruggere, i popoli stranieri ai quali si poteva perdonare senza pericolo.
"Durante il mio principato, ho potuto chiudere in tre occasioni le porte del Tempio di Giano, che i nostri antenati vollero che fosse chiuso quando si aveva assicurato con delle vittorie la pace in tutto l'Impero del popolo Romano, e che era stato chiuso solo due volte in precedenza, dalla fondazione di Roma fino alla mia nascita.
"Ho rifiutato la dittatura, che mi veniva insistentemente offerta dal popolo e dal Senato, così come ogni altra magistratura che fosse in contrasto con i costumi dei nostri antenati."

In conclusione, ho estirpato le guerre civili che oltraggiavano ininterrottamente la Repubblica da più di mezzo secolo; ho fermato l'espansione incontrollata dell'Impero, attribuendogli i suoi confini naturali; ho instaurato la sicurezza verso l'esterno e la pace all'interno, consentendo a tutte le popolazioni di godere d'una prosperità e d'un benessere crescenti per molti secoli dopo il mio principato.
Ancor più brevemente: ho trovato una città di mattoni e l'ho lasciata in marmo. Questo si applica, come tutti sanno, non solo all'architettura della città di Roma, ma anche a tutto l'Impero del popolo Romano ed alle istituzioni della Repubblica.

No so se trovi qua dentro qualcuna di quelle che chiami delle "buone azioni". Alla mia epoca si riconobbe ch'esse erano tutte estremamente buone. Non è che per tale motivo che sono stato investito del potere tribunizio e nominato Imperatore, Augusto, Padre della Patria, 13 volte console, principe del Senato, Pontefice Massimo, augure, quindicemviro preposto ai riti sacri, settemviro epulone e fratello arvale, prima d'essere infine accolto fra gli Dei al termine della mia vita terrena.

Vale,

IMP. CÆS. AVG.


quebec

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