Il codice di Cesare



Cafou      

Ave Cesare!
Sono molto contenta di trovarti su questo sito Dialogus. Non vi ho trovato Giulio Cesare; allora mi rivolgo a te nella speranza che tu sappia rispondermi.
Siccome mi occupo di informatica, ho sentito parlare del codice di crittografia dei dati chiamato il "codice di Cesare", che consiste nello scalare tutte le lettere d'un messaggio di 3 lettere.
Avrei voluto sapere come Giulio ha avuto l'idea di cifrare i messaggi se a quell'epoca ... la crittografia non era effettivamente conosciuta come oggigiorno?
Grazie anticipate.
Stai bene.
Cafou



Augusto      

L'Imperatore Cesare Augusto alla gentile Cafou, salve.

Sono sempre affascinato da queste nuove parole di cui vi servite nel vostro secolo, ma che mi sembrano singolarmente familiari grazie alla loro radice presa da una parola latina, come "informatio", o greca, come "cryptos".

Se ho ben capito, parli del trucchetto utilizzato da mio padre e da me stesso per poter inviare delle lettere nelle quali le parti che avevano un carattere riservato non potevano esser capite che dalla sola persona cui erano destinate.
Occorreva innanzi tutto stabilire con il nostro corrispondente un accordo preventivo sul sistema che avremmo adottato, poiché sarebbe stato troppo imprudente utilizzare lo stesso per tutti quanti. In effetti si poteva scegliere sia la direzione dello scalamento, sia il numero di lettere da scalare. Per esempio, il sistema più semplice era quello di scalare una sola lettera, usando la B al posto della A, le C per la B, e così via per le altre lettere dell'alfabeto. Per altri corrispondenti si poteva aumentare questo scalamento a 2 o 3 lettere, come dici tu, o anche di più. In tal caso, avremmo potuto scrivere la quarta lettera al posto della prima, cioè la D per la A, e così di seguito.
Questo sistema poteva essere reso più complesso, per delle corrispondenze che occorreva assolutamente preservare da ogni sguardo indiscreto. Mi hanno detto che un grammatico romano della posterità, Marco Valerio Probo, ha scritto un trattato su tale argomento: "De occulta litterarum significatione in epistolarum C. Caesari scriptura". Ma temo che questa opera non vi sia pervenuta. Se sei interessata ai sistemi di scrittura segreta nell'antichità, potresti allora ricercare cosa ne ha scritto, ancora più tardi, un altro grammatico romano, Aulo Gellio, nel libro XVII delle sue "Notti Attiche".

L'esigenza d'inviare delle comunicazioni scritte che non potessero essere lette o capite dal nemico, qualora avesse intercettato il nostro messaggero, è ben più antica dell'epoca di mio padre. Si erano dunque già ricercate, ben prima di lui, delle soluzioni a tale problema. I sistemi più antichi di cui si parla avevano il solo effetto di nascondere fisicamente il testo del messaggio. È in tale spirito che il re Dario aveva fatto tatuare il suo messaggio sul cranio rasato d'uno dei suoi schiavi, ed aveva poi dovuto attendere che i capelli di quest'uomo ricrescessero prima di inviarlo come un messaggio umano. Certi popoli, come gli Spartani, avevano adottato un sistema che costringeva a dare due oggetti identici (dei bastoncini cilindrici) ai due corrispondenti che dovevano scambiarsi dei messaggi. Ciò non era molto pratico se si aveva un gran numero di corrispondenti, come nel caso di mio padre e di me stesso.

Potrai allora comprendere perché mio padre, il divo Giulio Cesare, ha voluto trovare una soluzione che meglio rispondesse alle proprie esigenze. Aveva infatti bisogno d'un sistema pratico e celere, che non richiedesse l'uso di alcun altro ausilio, né strumento, oltre a ciò che serve normalmente per scrivere un messaggio o una lettera. Inoltre, non si trattava di nascondere il testo del messaggio, ma di renderlo inintelligibile. È proprio riflettendo a questo ben preciso risultato al quale voleva pervenire, che ha scelto di sostituire le lettere secondo una regola mnemonica la più semplice possibile. Ecco quindi come ha avuto l'idea dello scalamento delle lettere rispetto al loro ordine alfabetico, dato che si tratta di un ordine che tutti conoscono a memoria.

Vale,

IMP. CÆS. AVG.


quebec

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