Cristina Rodriguez in collaborazione con Domenico Carro   
« Le César aux pieds nus »
Edizione in brossura: Flammarion, Parigi, 2002
Formato Kindle: Tomo I - Tomo II

Postfazione


di CRISTINA RODRIGUEZ

Quando Domenico Carro ed io stessa abbiamo deciso di collaborare alla preparazione di questo romanzo, non era certo con l'intenzione di scrivere un libro di Storia o di riabilitare chicchessia. Le César aux pieds nus è, innanzi tutto, un racconto immaginario. Un racconto per il quale sono risultate necessarie delle ricerche meticolose, ma comunque un racconto immaginario.
Se la maggior parte degli eventi e delle analisi storiche, talvolta smentendo le conclusioni di certi studiosi, sono basati su dei dati concreti, l'immaginazione mantiene un proprio naturale ruolo in questo racconto; sempre, tuttavia, con uno scrupolo di realismo e di rigore, ai quali non abbiamo voluto rinunciare a favore di una creatività senza regole. Il nostro scopo era soprattutto quello di far scoprire, o riscoprire, in modo ludico, una parte della storia romana spesso deformata da molte pellicole cinematografiche e da numerosi preconcetti.

Disponiamo delle evidenze archeologiche, così come di varie testimonianze antiche, ma occorre esaminare queste ultime con la massima cautela poiché vennero scritte per degli uomini profondamente coinvolti negli intrighi politici dell'epoca, e difettano palesemente di obiettività. Quando ci si accosta, ad esempio, alle Vite di dodici Cesari di Svetonio o alla Storia Romana di Dione Cassio, piatti prelibati per i soggettisti degli sceneggiati storici più strampalati e per autori di romanzi al peperoncino, si avverte immediatamente la necessità di separare la Storia dalla satira e dalle finalità politiche degli autori, perlomeno se ci si prefigge di fare un lavoro minimamente coscienzioso. Accettare quelle testimonianze così come sono, senza confrontarle con le prove archeologiche, con il parere degli esperti e con il semplice buon senso, equivarrebbe ad affidarsi ciecamente agli articoli d'un giornale satirico, d'un manifesto politico o di un periodico scandalistico. Occorre sviscerare i fatti e spogliarli del loro manto fantasioso.
È per tale motivo che la collaborazione d'un esperto italiano come l'ammiraglio Domenico Carro, storiografo specialista dell'antichità romana, mi è sembrata pertinente, sia per le sue molteplici competenze, che per le sue possibilità d'accesso a vari tipi di documentazione sul posto. Autore, tra l'altro, della serie in dodici volumi « Classica » (vedasi la bibliografia), era nelle migliori condizioni per analizzare un periodo nel quale la strategia militare e le manovre politiche furono la chiave di volta d'un "Impero" in pieno consolidamento: una fase di svolta in cui i Cesari, il potere assoluto, prendevano poco a poco il sopravvento su di un'istituzione politica che aveva dominato il periodo repubblicano ma non era più che l'ombra di sé stessa, corrotta e timorosa: il senato.

Dopo aver tolto il velo di leggende e di aneddoti artefatti, che i nostri libri di Storia non esitano tuttavia a mettere in bella vista, cosa rimane? Dei fatti. Dei fatti non sempre inoppugnabili, purtroppo, ma che le scoperte archeologiche degli ultimi anni consentono talvolta di suffragare. Permangono, ben inteso, molti punti da chiarire, delle domande che consentono agli storici lunghissime dissertazioni, ma che, per nostra sfortuna, non potranno mai trovare delle risposte del tutto soddisfacenti..

Invitiamo il Lettore curioso a consultare le fonti antiche che ispirano le attuali tesi storiche, talvolta altrettanto stravaganti di quanto potranno sembrare a taluni quelle di questo romanzo; egli potrà così farsene un'idea da sé stesso, poiché quelle fonti non sono affatto numerose. Difatti, sono molto meno numerose della colossale mole di tesi, articoli e trattati ch'esse hanno suscitato. È il motivo per il quale abbiamo voluto aggiungere alla fine dell'opera una bibliografia sommaria, oltre all'elencazione per argomenti delle principali fonti utilizzate per la redazione di questo romanzo.
Una o più visite in Italia consentiranno inoltre ai maggiori appassionati di percepire tutte le dimensioni di ciò che poteva essere l'Alto Impero romano, con la sua organizzazione, le sue credenze e la sua morale, talvolta gli antipodi delle nostre.
Si può essere divertiti o stupiti da certi aspetti della vita di questi lontani antenati, ma sempre affascinati da questa civiltà che, nata su di un piccolo colle, con i piedi nel Tevere, doveva radunare ed unificare la più grande comunità multietnica che l'Antichità abbia mai conosciuto.


Parigi, febbraio 2002

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