Intervista rilasciata a Iter Conficere per il DVD

Il Museo del Mare e della Navigazione Antica

Roma, 24 ottobre 2008

LA MARINERIA ROMANA

in due minuti


di DOMENICO CARRO

I Romani capirono molto bene che il loro futuro dipendeva dalla possibilità di navigare, perché solo il commercio marittimo consentiva di far giungere a Roma tutto il grano necessario e le altre merci indispensabili. Essendo dotati di uno spiccato senso pratico, essi adottarono inizialmente i tipi di navi messi a punto dalla lunga esperienza marinara degli Etruschi e dei Greci.

Ma questo non bastava. Per poter utilizzare liberamente il mare, occorreva fare i conti con le grandi Potenze navali, che controllavano tutti i traffici marittimi con le loro temibili flotte da guerra. I Romani costruirono allora delle flotte altrettanto potenti, addestrarono moltissimi equipaggi e divennero talmente abili da riuscire a sconfiggere per mare chiunque li ostacolasse. Iniziarono con i Cartaginesi, che erano i padroni assoluti del Mediterraneo occidentale, e li piegarono dopo ben 22 anni di battaglie navali. Inviarono poi le loro flotte anche negli altri mari, imponendosi sulle poderose forze navali dei re di Macedonia, del Ponto, della Siria e dell’Egitto.

Avendo intanto conquistato, quasi sempre per via marittima, tutte le coste del Mediterraneo, garantirono a tutti - con le loro navi da guerra - la sicurezza e la libertà della navigazione, annientando la pirateria e prevenendo soprusi ed illegalità. Così, per oltre quattro secoli, il mare fu l’ambiente ideale per la fitta rete di commerci e trasporti che collegava Roma con le varie province dell’Impero.
Sulle coste del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico i Romani costruirono molti porti e fari, potenziarono i cantieri navali, perfezionarono le tecniche costruttive degli scafi e dell’attrezzatura marinaresca. Poterono in tal modo allestire e gestire una flotta mercantile dinamica, efficiente ed incredibilmente estesa, tanto che le sue dimensioni rimasero insuperate fino al XIX secolo.

© 2008 - Proprietà letteraria di DOMENICO CARRO.

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