Comune di Roma - Equipe Cooperativa Sociale a.r.l.

TUTTE LE STRADE
PORTANO A ROMA


INTRODUZIONE


di DOMENICO CARRO [*]

… Secondo i racconti degli storici antichi, tutto parrebbe aver avuto inizio quando le Sabine si interposero fra i loro concittadini in armi ed i combattenti romani, implorando gli uni e gli altri, cioè i propri padri ed i propri mariti, di recedere da una guerra che le avrebbe inevitabilmente rese orfane o vedove. La pace che scaturì da quell’epica risoluzione femminile avrebbe quindi indotto i Romani a costruire la loro prima strada extra-urbana: quella che scendeva dalla loro città originaria – la “Roma quadrata” arroccata sul Palatino – e percorreva poi la valle sottostante fino a raggiungere le alture del Campidoglio, laddove si erano insediati i Sabini e dove dovrà poi sorgere il tempio più sacro della città, dedicato a Giove Ottimo Massimo. Quella strada antichissima, cui venne allora attribuito l’attuale nome di Via Sacra, fu ben presto inglobata nell’accresciuto perimetro dell’Urbe; ma ad essa seguirono molte altre strade extra-urbane, costruite con tecniche costantemente migliorate, fino a quando i Romani non raggiunsero un livello di assoluta eccellenza con la Via Appia, la Regina Viarum. Su quel modello vennero perciò costruite le altre grandi vie consolari che si irradiarono da Roma verso tutte le regioni della nostra Penisola, per poi distendersi ulteriormente andando a ramificare e diramarsi in ogni provincia dell’Impero.

La straordinaria importanza storica rivestita dalle strade dell’antica Roma si basa soprattutto sul loro carattere innovativo, sulla loro ottima rispondenza e sui loro effetti benefici. In particolare, le vie romane furono le prime strade di grande comunicazione interamente pavimentate; esse furono costruite con criteri estremamente moderni (larghezza standard, accorgimenti per il deflusso delle acque, accurata segnalazione dei nomi e delle distanze sulle colonne miliari, presenza di stazioni di posta, etc.) e con una perfezione tecnica tale da garantirne una vita ultramillenaria. La rete viaria romana ebbe un’estensione vastissima ed una diffusione estremamente capillare, in modo da coprire ogni esigenza di comunicazione in Italia ed in tutte le province dello sconfinato Impero, interfacciandosi perfettamente – presso i principali porti – con l’altrettanto vasta rete delle comunicazioni marittime di Roma. Entrambe le reti, stradale e marittima, create per la duplice esigenza militare e commerciale dei Romani, formarono di fatto il sistema arterioso vitale e pulsante attraverso il quale si diffuse la Civiltà romana, ovvero quel complesso di conoscenze, di criteri, di principi giuridici e di valori che costituiscono le robuste fondamenta dell’Europa e dell’intero mondo occidentale.

Sulle strade di Roma sono stati scritti innumerevoli libri, a carattere scientifico o con finalità divulgative, sotto l’ottica storica, archeologica, tecnologica, paesaggistica, turistica o ludica, quasi sempre concentrando l’attenzione su di una specifica via, o su una determinata regione, oppure su altri aspetti particolari della vasta rete stradale realizzata dai Romani. Questo libro non è stato concepito come un’ulteriore duplicazione di testi già scritti, ma come un autentico atto d’amore verso Roma e verso tutte le vie di comunicazione che, dall’antichità ad oggi, da essa si sono diramate e ad essa, fatalmente, continuano a ricondurre. Non ci si limita quindi a guardare all’indietro, verso i pur maestosi resti dell’antichità romana, ma si considera la reale essenza di queste vie, come entità vive e vitali, con la loro storia plurimillenaria, ma anche con le loro vicende più recenti, con il loro perdurante valore odierno, e con le loro proiezioni nel futuro. Non essendo comunque possibile parlare estensivamente di tutto, per evidenti motivi di spazio, sono stati prescelti degli argomenti di varia natura, in modo tale da esemplificare a sufficienza, di incuriosire, di stimolare l’interesse, e di fornire degli spunti di riflessione.

Nei sette capitoli di questo libro (anche qui ricorre il fatidico sette di Roma), si inizia a considerare innanzi tutto la nascita, lo sviluppo e l’espansione della Città eterna, i suoi rapporti con le provincie, nonché l’evoluzione del suo sistema urbanistico dall’antichità ad oggi. Segue poi l’illustrazione della costruzione romana delle strade, dell’organizzazione del sistema viario antico e dei dati salienti relativi alle vie consolari della nostra Penisola. L’argomento delle vie di collegamento dell’antica Roma viene completato con un capitolo dedicato alle rotte navali utilizzate dai Romani, che crearono, organizzarono e gestirono la fitta ed estesa rete di traffici marittimi indispensabili per i collegamenti, la sicurezza ed il benessere del loro Impero, interamente dispiegato attorno all’ampio bacino del Mediterraneo. Per analogia, saltando all’epoca moderna, si passa poi dalle rotte navali a quelle aeree, illustrando il rilevante numero di aeroporti di cui ha voluto dotarsi la città di Roma, a partire dai primi siti utilizzati ai primordi dell’aviazione e fino al maggiore scalo aereo italiano, realizzato a Fiumicino e tuttora in corso di espansione. Tornando alle vie consolari, i due successivi capitoli descrivono alcuni dei fatti memorabili, mitici o epici, accaduti su tali strade, dall’allevamento delle galline bianche di Livia, alle imprese dei briganti, all’eroismo di Salvo D’Aquisto, e l’utilizzo di quelle stesse strade per le più varie esigenze: dalla fede – che fin dal Medioevo ha portato i pellegrini a Roma –, all’automobilismo ed al cinema. Il libro si conclude logicamente con uno sguardo all’attualità ed al futuro, illustrando brevemente le nuove strade ed autostrade che portano a Roma, ed i maggiori eventi progettati su di esse per gli anni a venire, quali il Gran Premio di Formula Uno nel 2013 ed i Giochi della XXXII Olimpiade nel 2020.

La vastità degli argomenti trattati o semplicemente accennati, suggeriti o sottintesi in questo libro conferma certamente la vocazione di Roma a mantenere un ruolo preminente in molteplici espressioni dell’ingegno umano, ma induce anche ad una riflessione sulla necessità di salvaguardare quanto resta dell’antica rete viaria. Delle importanti iniziative a livello nazionale ed internazionale sono state assunte in tempi recenti a tutela della cosiddetta Via Francigena, che non è nemmeno una strada a sé stante, ma solo un itinerario lungo alcune antiche vie consolari romane. In considerazione della maggior valenza del ruolo storico assolto dalle strade romane, e tenuto conto della longevità di tali vie, che divennero l’ossatura portante della rete stradale europea in tutto il Medioevo ed in buona parte dell’epoca moderna, esiste una non minore esigenza di tutelare e valorizzare, attraverso appropriate misure organizzative univoche (da concordare con tutte le istituzioni interessate), i tratti ancora riconoscibili di quella splendida opera realizzata dai Romani. Ciò non avrebbe solo una finalità archeologica e delle positive ricadute turistiche, ma potrebbe efficacemente concorrere a sensibilizzare maggiormente il grande pubblico su quanto Roma ha donato al mondo e sul ruolo ch’essa intende orgogliosamente mantenere. La nostra, ne siamo tutti consapevoli, non è una qualsiasi grande capitale europea, ma una città incomparabile – per la sua natura intrinseca, per i suoi insegnamenti perenni e per il suo fascino incantevole – che conserva tuttora una posizione di assoluta centralità: per il suo ruolo di Capitale del paese più ricco di tesori d’arte nel mondo, per la sua naturale funzione di indirizzo e coordinamento nell’area mediterranea (ad esempio, per il monitoraggio di tutto il traffico navale mercantile nell'intero bacino), per la presenza del Papato e di altri importanti organismi soprannazionali, nonché per le vestigia che custodisce a beneficio di tutti gli studiosi ed i cultori della Civiltà romana. Sottolineare tale centralità anche con riferimento all’antica rete stradale romana corrisponde ad un dato di fatto incontrovertibile, poiché la Città eterna non fu solo l’artefice di quell’opera, ma ne fu fin dall’inizio e ne rimase sempre il “centro” indiscusso, ovvero la meta ultima cui conducevano tutte le strade. Non per niente ancor oggi l’espressione “tutte le strade portano a Roma” permane universalmente nota, condivisa e ripetuta in tutte le lingue del mondo.



NOTA [*] Nel libro, il presente testo introduttivo di Domenico Carro è preceduto dalla presentazione della Cooperativa sociale Equipe a cura di Patrizia Maggioli.

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