DE NAVALI
PRŒLIO


di Leone imperatore

(Capitolo XIX dei Tactica, ovvero del
De bellico apparatu liber) [1]



versione italiana di Titti Maffei e Domenico Carro

(versione latina)

Privacy Policy
[Indice TESTI ANTICHI]


I. Dobbiamo ancora parlare del combattimento navale [2], del quale nulla troviamo scritto negli antichi autori di cose militari. Le cognizioni che ne abbiamo, trovate sparse qua e là in libri vari e raramente sperimentate di persona, ci vengono dai nostri ammiragli [3], i quali ce le hanno tramandate in parte deducendole, in parte ricevendole direttamente. Vi illustrerò in poche parole quanto può essere forse utile per il governo delle navi da guerra [4],

II. Per prima cosa (ora è necessario rivolgersi a te, Comandante [5]) bisogna che tu approfondisca la conoscenza teorica e pratica dell'arte navale e dell'atmosfera, sicché impari anche a prevedere la direzione dei venti attraverso il moto apparente dei corpi celesti e i diversi aspetti degli astri. Conoscerai bene anche il cambiamento delle stagioni e, se avrai una conoscenza sicura di questi elementi, sarai garantito dalle tempeste e dai pericoli del mare.

III. Le navi da guerra [4] vanno costruite in modo da essere idonee a combattere contro la flotta nemica schierata. Così, dopo aver studiato a fondo la costituzione della flotta nemica e la sua organizzazione complessiva, sarai certo in grado di disporre la tua flotta nel modo più efficace per combattere contro di essa.

IV. Le navi da guerra avranno una forma non troppo larga per non essere attardate nel movimento; ma nemmeno troppo sottile poiché sarebbero danneggiate dall'urto delle navi nemiche. Lo scafo sia quindi di media finezza, in modo da essere rapido e veloce nella navigazione e nel contempo solido e robusto per respingere i nemici.

V. Occorre tener pronto tutto quanto occorre all'armamento delle navi da guerra. Di alcuni  attrezzi si avrà dotazione doppia, come i timoni, i remi, gli scalmi, i cavi, … e quant'altro l'arte nautica richiede abitualmente. Sarà anche utile avere a bordo alcuni braccioli, tavole di legno, stoppa, pece, pece liquida, e si trasportino altresì tutti gli utensili di carpenteria indispensabili alle costruzioni navali: come l'ascia, il trapano, la sega ed altri attrezzi del genere.

VI. È opportuno tenere a prora un sifone di bronzo per lanciare il fuoco sul nemico [6], Sopra al sifone ci sia una specie di piattaforma di legno con un solido parapetto: vi saliranno uomini addestrati al combattimento i quali da prora attaccheranno il nemico o scaglieranno sulla sua nave frecce e quant'altro serva a danneggiare i nemici.

VII. Sulle navi da guerra grandi si alzino anche, al centro della coperta, delle torri di legno dalle quali i soldati, i quali gettino sulle navi nemiche grosse pietre o pezzi di ferro pesanti come mazze aguzze, che danneggino la nave o feriscano i marinai, oppure fuochi che incendino e facciano strage di nemici a bordo.
Ogni nave da guerra dev'essere moderatamente lunga e avere due ordini di remi, uno sopra, l'altro sotto.

VIII. Ciascun ordine avrà almeno 25 banchi sui quali sederanno i rematori, uno a destra l'altro a sinistra; in tutto, in alto e in basso, 100 uomini, fra rematori e combattenti. Oltre a questi, ogni nave da guerra avrà il suo comandante, e colui che porta l'insegna, due timonieri per il governo, chiamati protokarabous (primi ufficiali), ed anche un assistente del comandante. I due ultimi rematori a poppa saranno destinati uno alla pompa dell'acqua e l'altro all'ancora. Ci sia anche un proreta, che siede armato nella parte più alta della prora; mentre il comandante della nave, che è anche il comandante della relativa centuria [7], stia a poppa, separato dagli altri in modo da risultare ben visibile e nel contempo protetto dalle frecce nemiche al momento del combattimento. Dal suo posto, controllando a vista ogni movimento del nemico, comanderà secondo necessità le manovre della nave.

IX. Si potranno costruire delle navi da guerra più grandi, che contengano fino a 200 uomini, o anche di più o di meno a seconda delle necessità; di costoro, 50 saranno collocati ai remi dell'ordine inferiore e 150, armati, nella parte più alta per combattere contro i nemici.

X. Si faranno navi da guerra più piccole, velocissime nella navigazione, a un solo ordine di remi, chiamate Galee [8], agili e leggere, da impiegare per il servizio di sorveglianza e quando occorra essere veloci.

XI. Allestirai anche navi ausiliarie da carico e da trasporto cavalli [9], che adibirai al trasporto di tutte le salmerie. Ad esse sarà affidata la gestione di tutto il materiale militare, affinché le altre navi da guerra non siano appesantite, soprattutto durante il combattimento. Saranno utili poi, quando sarà necessario approvvigionarsi di cibo, armi o altro.

XII. Non è facile stabilire il numero delle navi da guerra o del personale da imbarcare. Saranno proprio le circostanze ad indicare il numero delle navi, il numero degli uomini e tutto l'armamento che la guerra richiede.

XIII. Sarà necessario che le navi ausiliarie, da carico e da trasporto, siano opportunamente equipaggiate e non solo di quanto occorre alla navigazione, ma anche di archi, frecce e di quanto le circostanze richiedono per l'uso bellico. Si tengano di scorta armi di generi diversi, affinché se inizieranno a scarseggiare i combattenti almeno le armi siano sufficienti. Si provveda anche ai mangani [10], ed a altre armi del genere, affinché la loro mancanza non danneggi i nostri. Inoltre i combattenti, i rematori dell'ordine superiore e tutti quelli che stanno vicini al comandante, dal primo all'ultimo, saranno armati da capo a piede, con scudi, lance piuttosto lunghe, archi, varie frecce, spade, giavellotti, elmi, corazze; se non da tergo almeno davanti abbiano elmi di metallo, bracciali, e protezioni nelle parti anteriori del corpo come se fossero schierati in combattimento. Coloro che non avessero armature di ferro, se le facciano di nervi intrecciati e applicati su doppio cuoio, e tenendosi dietro ai primi tirino frecce e scaglino contro il nemico come se fossero armi quelle pietre dei soldati semplici chiamate cochlaces: le pietre infatti sono armi efficaci e sicure.

XIV. Però non tirino pietre fino a spendere tutte le forze, ma si riposino poiché i nemici parano facilmente i colpi incrociando gli scudi e resistono all'assalto; ma, finita la scorta, mentre i lanciatori di pietre sono esausti, i nemici tenteranno di difendersi con le spade e con la lance lunghe, serrati, in piedi, e ritenendosi più forti per l'attacco violento, aggrediranno i soldati stanchi e facilmente li supereranno e li annienteranno: così infatti sono soliti comportarsi i barbari.

XV. I Saraceni, dapprima sostengono l'impeto dell'assalto; in seguito, quando vedono i nemici ormai stanchi e a corto di armi, frecce, pietre o altro, insolentiscono e spaventano i nemici, e, a schiere serrate, con le spade, le lance più lunghe, muovono all'attacco con notevole impeto.

XVI. Bisogna stare in guardia e con opportuna preveggenza fare in modo che i nostri nemici siano piuttosto danneggiati pesantemente e che le nostre forze lo siano minimamente. È necessario infatti dimezzare il vigore dei combattenti e il numero dei dardi; e dall'inizio alla fine del conflitto deve essere studiata l'organizzazione dei nemici per adeguare la strategia di combattimento.

XVII. Come comandante in capo [11], provvederai a vigilare affinché agli uomini non manchino i viveri ed il necessario; in tal modo non accadrà che in stato di privazione si ribellino, né che, spinti dalla fame e da bisogni vari, compiano atti di sopraffazione nella nostra regione nei confronti dei municipi e dei popoli sotto il nostro dominio, né che li opprimano con violenze e atti dispotici. Se è possibile, poi, senza indugio devasterai la terra del nemico e farai pervenire agli uomini cibo in abbondanza; darai disposizione ai capi che nessun uomo sotto il tuo comando riceva alcuna ingiustizia e non accetterai da essi doni, neppure dei più comuni. Che cosa si dovrà dire della tua dignità, dal momento che pensi appunto ai doni? Per nessuna ragione dovrai accettare alcun dono da coloro che sono alle tue dipendenze, ricchi o poveri che siano.

XVIII. Nella parte più alta della nave da guerra schiera soprattutto gli uomini valorosi, forti ed agili, che combattano a schiera serrata. Se avrai individuato tra i combattenti alcuni più ignavi, collocali nell'ordine inferiore. Se i militi schierati nella parte superiore si feriscono, sostituiscili con marinai dell'ordine inferiore.

XIX. È necessario che tu conosca il carattere, i sentimenti ed anche l'intelligenza di ciascun uomo e che ti serva di essi a seconda delle esigenze, così come fanno i cacciatori cui è ben nota la natura di ciascuno dei loro cani.

XX. Dunque preparerai tutto quanto ti sembrerà necessario per la spedizione stabilita: navi e uomini, armi e cibo, e tutto il resto dell'apparato che porrai in un luogo sicuro, vicino al posto in cui speri avverrà lo scontro. Se poi sarà necessario avere alcuni cavalli, imbarcane una certa quantità, con i cavalieri, sulle navi da trasporto e, predisponendo tutto per la guerra, scegli la rotta giusta.

XXI. Prima di metterti in mare, con preghiere e sacre promesse gli uomini si affidino a Dio e preghino per un viaggio felice e tranquillo al riparo dalle incursioni nemiche. Poi, per quanto è possibile, incoraggerai tutti e, in disparte esorterai i capi perché compiano il loro dovere con zelo e buona volontà; infine, quando il vento è favorevole, salpa.

XXII. Le navi da guerra non procedano a caso e in ordine sparso; ma scegli un capo per tre o cinque navi, cui darai il titolo di Conte: sarà il comandante delle unità a lui affidate e con cura e agevolezza predisporrà ogni cosa necessaria ai timoni ed alle navi.

XXIII. I comandanti a te sottoposti riceveranno da te gli ordini e li passeranno a coloro che sono sotto di loro. Ciò è valido per la flotta regia. I drugari, cioè i tribuni, saranno a capo del resto della flotta; anch'essi saranno soggetti allo stesso comandante ed obbediranno ai suoi ordini.

XXIV. Non ignoro che nel passato, a somiglianza della flotta regia, si chiamavano drugari i capi delle navi ausiliarie, mentre coloro che erano sotto il loro comando un tempo si chiamavano conti e centurioni. Ma ora solo la carica di drugari consente il titolo di comandante in capo; e così ora quando viene concessa riguarda le forze del comandante in capo.

XXV. Farai esercitare gli stessi marinai e le navi da guerra, ora singolarmente, ora a gruppi, ad aggredirsi reciprocamente ed utilizzare scudi e spade; posizionerai le navi come in schiera ordinata, ora compatte tra loro, ora sciolte perché con modalità differenti si slancino l'una contro l'altra. Talvolta respingano con le aste lunghe le navi nemiche, per non essere agganciate da queste con conseguenti gravi pericoli. Dovranno esercitarsi in tutte le direzioni, a seconda di come la tua intuizione avrà valutato che i nemici vogliano combattere e perché si abituino a strepiti, clamori ed a tutti i movimenti del combattimento, e dunque non siano turbati dalla sorpresa e non si trovino poi goffi ed impreparati.

XXVI. E dunque, così esercitati e ordinati, procedendo in schiera si navighi, e nell'andare si tenga tra le navi una distanza tale da non creare reciproco impaccio durante il viaggio o in caso di tempeste o colpi di vento. Si avanzi a guisa di schiera ordinata ed esercitata; e nell'avvicinarsi a terra la flotta sia schierata in modo ordinato; e dirigendosi a un qualche approdo si pervenga senza confusione alcuna ad un lido, ad un porto, ad un luogo ricco di ripari, sicché se qualche tempesta sorga in mare, se ne abbia meno danno.

XXVII. È indispensabile che tu conosca la direzione del vento dai segni degli astri e che tu scelga il luogo cui approdare: a meno che non vi sia una impellente necessità, senza favore di vento o calma di mare o una fondata speranza di salvezza, non ti avventurare in una navigazione insicura, ma prima di intraprendere il tuo viaggio controllerai i segnali degli astri ben noti ai naviganti e tutti gli altri elementi utili all'impresa.

XXVIII. Nel disporre l'accampamento, se approdi ad una terra tua, non avere alcun timore dei nemici; i soldati riposino in modo ordinato, senza toccare nulla che appartenga agli indigeni, né di giorno né di notte, senza recare offesa alcuna, senza saccheggiare le messi o devastare i campi.

XXIX. Se ti trovi in prossimità di una terra nemica o se temi che i nemici siano sul punto di avvicinarsi, è necessario che tu disponga di sentinelle lontane che vigilino anche in mare ed in terra; ed è necessario che tu stia in guardia, ben appostato e pronto a combattere: molte sono infatti le insidie dei nemici e, se troveranno che ti aggiri nel territorio, ti useranno violenza per quanto possono e bruceranno le navi; può anche accadere che ti assalgano per mare durante la notte. E dunque, se ti farai trovare impreparato da nemici pronti, facilmente sarai sopraffatto; se invece sarai preparato, ogni loro aggressione sarà vana ed inutile.

XXX. Poiché ho indubbiamente già parlato molto di questi argomenti, passerò ad altro; in poche parole illustrerò il modo in cui devi preparare le irruzioni e la schiera ben ordinata nel combattimento, come abbiamo già fatto riguardo alla preparazione delle forze terrestri.

XXXI. E dunque, quando ti sembra che il tempo della guerra sta per arrivare, dopo aver organizzato i combattenti in schiere e coorti, siano ad essi inviate le norme delle punizioni militari, di cui abbiamo già parlato a proposito delle forze di terra, e con parole adatte li esorterai ad affrontare i pericoli in modo che, in parte per timore delle pene, in parte per il tuo incoraggiamento, diventino più forti e valorosi e nel momento decisivo della battaglia la affrontino senza tirarsi indietro e con ardore.

XXXII. I nemici devono essere attaccati con qualche incursione o con azioni del comandante in capo. piuttosto che dall'intera flotta o da una grossa schiera, a meno che una qualche grave necessità non costringa a ciò: evita perciò di lasciarti coinvolgere in un aperto combattimento. Molti sono infatti i mutamenti della fortuna e gli imprevisti della guerra.

XXXIII. Perciò è necessario, secondo quanto ho detto, che tu accuratamente eviti di essere provocato ad una battaglia aperta. Infatti, quando le navi sono molto vicine, il combattimento diventa difficilissimo e talvolta inevitabile; e, nonostante la tua esperienza, non potrai evitarla. Bisogna tenere sotto controllo tutti questi elementi, a meno che tu non sia certo di essere superiore ai nemici per il numero delle navi, per gli armamenti, per il coraggio, per la prontezza degli uomini.

XXXIV. Non il numero o la grandezza delle navi determina l'esito di una guerra, se i combattenti non sono valorosi, coraggiosi e determinati ad attaccare i nemici o, cosa importantissima, se manca la protezione e la benevolenza divina guadagnata dalla vita integra ed onesta: sii giusto nei confronti dei nemici concittadini: nessuno deve avere alcun gesto sacrilego o infame nei confronti dei loro padri prigionieri; non essere crudele, rispetta chi non ti ha arrecato offesa e allontana chi ti ha offeso con la benevolenza di Dio.

XXXV. Se l'andamento della battaglia lo richiede, disponi le navi da guerra in modo vario e in luoghi sparsi. Così se, nella convinzione di essere superiori ai nemici, nel senso di cui si è parlato, desideri arrivare al combattimento con essi, quasi sperando di prenderli, non attaccare battaglia nella tua stessa terra; da essa infatti i soldati di aspettano di essere salvati, secondo un vecchio proverbio, se conficcano le aste nel terreno; scegli piuttosto un luogo vicino al nemico, sicché i nemici, confidando nella salvezza preferiscano fuggire nella propria terra piuttosto che combattere. Ogni soldato infatti viene preso da forte timore al momento di combattere e pensando di porsi in salvo scappando, facilmente abbandona le armi e non vede altro che la fuga: sia tra i Romani che tra i Barbari, pochi sono infatti coloro che al momento di combattere antepongono la morte ad una fuga disonorevole e vergognosa.

XXXVI. Il giorno prima del combattimento deve essere decisa insieme ai tuoi comandanti la linea d'azione da perseguire, e sarà adottata la strategia che a giudizio comune appare la migliore; curerai che i comandanti delle navi da guerra eseguano fedelmente gli ordini. Se poi, dall'incursione nemica scaturirà una risoluzione diversa, allora tutti guarderanno alla tua nave e dovranno essere preparati a cogliere qualsiasi segnale se sarà necessario; al segnale tutti si adopereranno a compiere al meglio ciò che esso ha indicato.

XXXVII. Tu avrai, rispetto a tutti gli altri, la nave migliore, superiore alle altre per grandezza, agilità e robustezza, armata di combattenti scelti; dunque, la testa dell'intera forza navale: per te farai una tale nave da guerra quale (i Greci) chiamano pamphylon (nave ammiraglia).

XXXVIII. In egual modo, gli altri tuoi comandanti e tutti coloro che sono a capo di navi da guerra scelgano i migliori uomini e li tengano con sé sulle proprie navi per essere anch'essi superiori agli altri. Tutti costoro, come pure gli altri, guarderanno alla tua nave e durante il combattimento da essa riceveranno gli ordini, a meno che nel frattempo non intervenga qualcosa di nuovo che richieda risoluzioni differenti.

XXXIX. Sulla tua nave il sistema di segnalazione sia disposto su di un luogo elevato, attraverso una bandiera, una fiaccola o qualsiasi altro mezzo, affinché tu possa da lì comunicare che cosa è necessario fare e gli altri possano ricevere i movimenti da te proposti, che si debba combattere o che si debba lasciare il combattimento, che ci si debba spiegare per ispezionare i nemici o si debba accorrere a presidio di una parte colpita, che si debba rallentare o aumentare la velocità, tendere insidie o sfuggirle, perché infine tutti i comandi segnalati dalla tua nave possano essere eseguiti da coloro che guardano ad essa.

XL. Infatti, nel momento del combattimento, non si riesce a percepire dal suono di una voce o di una tromba che cosa è necessario fare, perché il grande tumulto del mare, il fragore e gli altri rumori, e ancora l'incontro e lo scontro delle navi, e soprattutto le grida degli uomini che combattono, non consentirà di sentire i segnali sonori.

XLI. Si mostrerà dunque il segnale: se sta diritto, se è inclinato a destra o a sinistra, se è agitato continuamente, se è sollevato o abbassato, o del tutto eliminato o cambiato, se appare differente nella estrema sommità o se sia mutato, come soleva accadere, nelle figure o nei colori. Infatti, durante la battaglia, vi era una bandiera che chiamavano phoinikida (insegna); e c'era anche un segnale, camelaucion, innalzato sull'asta più lunga, di colore rosso, ed altri accorgimenti del genere. Ma forse in modo più sicuro questi segnali saranno utilizzati dalla sua stessa mano.

XLII. Devi perciò curare che si abbia buona dimestichezza con questi segnali affinché tutti i comandanti tuoi sottoposti ed i comandanti delle navi da guerra pervengano ad una sicura conoscenza di essi, sicché tutti capiscano la stessa cosa contemporaneamente, ed essendo ben addestrati a ciò, siano pronti a riconoscere e ad eseguire quanto viene comunicato attraverso i segnali.

XLIII. Al momento del combattimento, se si sarà rivelato assolutamente necessario attaccare battaglia o se avrai maturato una speranza di vittoria, organizzerai lo schieramento delle navi come le circostanze di luogo e di tempo richiederanno, in funzione della disposizione del nemico. In questo momento non è possibile dire che cosa debba esser fatto o che cosa potrà essere utile.

XLIV. Talvolta potrai disporre la flotta a forma di falce di luna, cioè a semicerchio, con alcune navi da guerra collocate da una parte e dall'altra, come corna o mani; e di fronte saranno schierate le unità forti e veloci. Nell'ambito dello stesso semicerchio, quasi a guisa di testa, si posizioni la tua ammiraglia per controllare ogni cosa, dare comandi, gestire l'azione; e, se da qualche parte è necessario un rinforzo, vi puoi inviare gli aiuti opportuni a recare sostegno. Questo schieramento a forma di luna è straordinariamente efficace per circondare i nemici.

XLV. Talvolta potrai schierare la flotta in linea di fronte, per fare irruzione sulle prore dei nemici e, se è necessario, bruciare le loro navi con sifoni lanciafiamme.

XLVI. Talvolta la forza navale potrà essere disposta su due o tre file, a seconda del numero di navi da guerra che hai nella flotta; e quando la prima fila avrà combattuto contro i nemici, la seconda irromperà su questi ormai raggruppati, attaccandoli i dai fianchi o da tergo; accadrà in tal modo che i nemici non riescano a reggere questi rincalzi mandati per sostenere la prima fila.

XLVII. Talvolta si ricorre ad artifici. Quando infatti i nemici incrociano e fanno incursioni sui nostri che vedono poco numerosi, se si mettono in campo all'improvviso questi artifici si avrà l'effetto di sorprenderli e debilitare la loro forza. Inoltre talvolta può accadere che quando alcune navi da guerra veloci ed agili sono impegnate nel conflitto e poi nella simulazione di fuga, con i nemici che a tutta velocità si danno all'inseguimento e incalzano senza tregua, senza mai raggiungere coloro che inseguono, si mettano in campo altre navi da guerra, fresche, anche se pochissimo esercitate, che assalgono i nemici cogliendoli di sorpresa e perciò li prendono o, se sfuggono le navi nemiche più addestrate e più forti catturano le più deboli e meno addestrate. Frattanto combattendo fino a notte con il nemico, da vicino ed a schiere serrate, si aggiungano altre navi fresche, forti e capaci di contrastare in battaglia tutta la loro violenza, fino a quando non sarai riuscito a vincere: questo certamente accadrà quando sarai in grado di superare di gran lunga i nemici per numero e preparazione.

XLVIII. Talvolta simulando la fuga con navi da guerra veloci e rapide, in qualche modo provocherai i nemici ad inseguire le tue navi, dopo aver rivolto la tua poppa verso di essi. Nella concitazione dell'inseguimento, essi romperanno facilmente lo schieramento. In tal modo tu, invertita la rotta, farai irruzione su di essi ormai sbandati e dispersi, e, avendo un numero di navi maggiore del loro, distaccando due o tre tue navi da guerra contro ciascuna delle loro, affrontate ad una ad una, vincerai senza alcuno sforzo.

XLIX. Bisogna ingaggiare una battaglia navale contro i nemici quando è capitato loro di fare naufragio, o quando sono indeboliti da qualche tempesta o quando le loro navi possono essere incendiate durante la notte: bisogna attaccare quando essi sono scesi sulla terra ferma oppure ogniqualvolta le circostanze siano favorevoli.

L. Poiché grande è la varietà della mente umana non è facile che qualcuno riesca a prevedere il futuro o a predirlo. Così può accadere che in questo trattato manchi qualcosa in relazione all'intero addestramento delle flotte; bisogna affidarsi per questo alla divina provvidenza e pregare Dio affinché quando si verifichi una circostanza del genere i capi pensino, decidano e facciano ciò che soprattutto è utile ed opportuno.

LI. Molti sono i mezzi di distruzione di navi e marinai escogitati dagli esperti di guerra, sia nel passato che in tempi più recenti: di questo genere sono il fuoco, emesso da sifoni, che incendia le navi con rombo e con fiamme e fumo [12].

LII. Gli arcieri a poppa, a prora e sui due fianchi scaglino piccole frecce dette topolini.

LIII. Alcuni tenevano chiuse in vasi e lanciavano sulle navi nemiche bestie velenose quali serpenti, scorpioni ed altri animali pericolosi dello stesso genere, i quali se sono toccati mordono e con il loro veleno ammazzano i nemici [13].

LIV. Altri gettano vasi pieni di calce viva i quali una volta rotti, diffondono una polvere che soffoca e strangola i nemici creando grande impaccio in caso di combattimento.

LV. I triboli - cioè palle di ferro irte di punte - lanciati sulle navi tormentano non poco i nemici e costituiscono un notevole impedimento al proseguimento del combattimento.

LVI. Noi prima di tutto ordiniamo che si lancino sulle navi nemiche vasi pieni di fuoco già pronto, perché rompendosi provocheranno immediatamente l'incendio.

LVII. Si usino anche sifoni, lanciati a mano, che i soldati nascondono sotto gli scudi di bronzo, e che sono chiamati cheirosiphona (sifoni portatili): questi, pieni di fuoco già pronto, saranno lanciati contro il nemico.

LVIII. I triboli - i più grandi in ferro, oppure con chiodi conficcati in palle di legno - accesi con stoppa o altri materiali aggiunti, lanciati contro i nemici, cadendo un po' dappertutto sulle navi, provocheranno incendi. Se dunque i nemici useranno i piedi per spegnere il fuoco e se, per far ciò, in gran numero si ustioneranno, la violenza stessa dell'assalto risulterà indebolita e ciò costituirà un impedimento non piccolo per essi.

LIX. Con alcuni gerani, cioè con delle gru o altri strumenti del genere adatti al sollevamento, si gettino con cura e tutt'in tondo pesi, pece liquida infiammata, altri attrezzi o altro materiale nelle navi nemiche affiancate alle tue navi da guerra, dopo averle speronate.

LX. Annienterai l'intera flotta nemica se accosterai un fianco della tua flotta al fianco del nemico e mentre i nemici accorrono da una unica parte, come si fa di solito per serrare le fila, e le loro navi da guerra si appoggiano alle nostre, un'altra nave faccia irruzione su di essi dal fianco della poppa nemica e con una grande forza la speroni. La nostra nave, liberandosi, a poco a poco retroceda per non fornire alcun appoggio alla nave nemica e allora l'altra con tutte le forze la affondi; in tal modo distruggerà la nave insieme a tutti gli uomini. Bisogna poi badare, per non trovarsi assolutamente in un impaccio simile, a lasciare i fianchi alquanto scoperti dalla parte della nave nemica e facendo irruzione con queste unità si muova con impeto contro la nave nemica fino ad affondarla. Oltre a questo, inoltre, si predisponga che i nemici possano essere ammazzati dai rematori dell'ordine inferiore che scagliano lunghe lance attraverso i fori, e ciò appare senza dubbio assolutamente necessario.

LXI. Ma oltre a questo c'è dell'altro, ancor più necessario, e cioè, avendo gli strumenti adatti, attrezzare la nave da guerra in modo che la nave nemica si riempia di acqua attraverso gli ordini inferiori dei remi.

LXII. Ci sono anche altre strategie di guerra escogitate dagli antichi nella guerra navale e ancora altre che possono essere messe in campo e che ora, a causa della complessità, solo in parte possono essere descritte; ed in questa sede è anche inutile ricordarle per non farle conoscere ai nemici, perché questi non le usino contro di noi. Infatti questi artifici bellici, una volta conosciuti, facilmente possono essere raccolti ed elaborati dai nemici. Per questo motivo ogni macchinazione, fino a quando non viene messa in campo, deve essere occultata e tenuta segreta.

LXIII. In altri libri, troverai notizie che riguardano i consigli e le imprese relative al comando; vi si possono trovare moltissime informazioni di questo genere ed anche di più; infatti è impossibile parlare di tutti gli avvenimenti che possono capitare durante una guerra, poiché si tratta di materia nel suo genere sterminata.

LXIV. Insomma le navi da guerra siano schierate con uomini coraggiosi, forti, capaci di combattere da vicino a ranghi serrati, che abbiano mente veloce e pronta e siano addestrati perfettamente. Siano poi abituati alle armi che sono in dotazione, per la guerra, ai soldati di terra; ciò si raccomanda soprattutto per coloro che sono posizionati ai remi dell'ordine superiore.

LXV. Comandante, allestisci la tua flotta in relazione al numero e alle forze dei nemici, in modo che il numero delle nostre navi non sia inferiore alla loro flotta, ma sia almeno pari, per combattere con essi a flotte affiancate, o sia, se è possibile, anche maggiore. Se infatti si combatte coraggiosamente e valorosamente da entrambe le parti, obbligatoriamente prevarranno quelli che sono in maggior numero.

LXVI. Se vedrai che i nemici hanno navi piene e grandi forze, raddoppia il numero delle tue navi da guerra fino ad arrivare allo stesso numero. Scegli poi tra tutti gli uomini i migliori e grazie a questi metterai insieme forze abbastanza grandi per navi da guerra addestrate e forti, perché trasferirai i soldati di due navi in una sola; oppure fra tutti, come ho detto, scegli i migliori e in una sola nave da guerra ci saranno duecento soldati e più; in tal modo supererai la flotta nemica in numero, forze, velocità, e con l'aiuto di Dio riporterai vittoria su di essi.

LXVII. Devono essere anche schierate delle navi da guerra più piccole e più veloci delle navi da guerra comuni; che possano catturare i nemici che le inseguono, e che al contrario non siano prese se sono da essi assalite. Queste devono essere tenute di riserva per circostanze particolari, come arrecare danno ai nemici o provvedere che nessun danno venga da essi. Preparerai navi da guerra di piccole e grandi dimensioni a seconda della necessità imposta dal nemico da combattere. Infatti, differente è l'apparato della flotta di Saraceni e Sciti del Bosforo: i Saraceni si servono di imbarcazioni piuttosto grandi e più lente nella navigazione; gli Sciti usano navi leggere piuttosto piccole e più agili. Infatti riescono ad arrivare al Mar Nero navigando su alcuni fiumi e per questo motivo non possono servirsi di navi troppo grandi.
Resta da dire qualcosa sul modo di schierare la flotta. Quando pensi di abbandonare il combattimento, disponi la tua flotta a forma di luna e quindi allontanati: infatti questa forma, secondo quanto ci hanno tramandato gli antichi, è estremamente utile sia in caso di avanzata che in caso di ritirata.

LXVIII. Al termine della guerra, distribuirai equamente il bottino ai tuoi uomini, preparerai pranzi, banchetti e molti convivi, ricompenserai con doni e con onori coloro che si saranno comportati da eroi e punirai severamente quelli che avranno tenuto comportamenti indegni di un militare.

LXIX. Un gran numero di navi non servirà a nulla, se gli equipaggi saranno ignavi e vili, anche quando si dovrà combattere contro pochi e valorosi nemici. La guerra non si misura sul numero degli uomini; i veri combattenti si giudicano dal coraggio e dal valore. Quanto male fanno pochi lupi ad un gregge numeroso?

LXX. Dunque dovrai ben studiare le forze del nemico ed in ragione di esse dovrai preparare opportunamente l'apparato delle navi da guerra, l'equipaggiamento delle armi dei soldati, il loro numero e la loro consistenza e tutto quanto può servire contro di essi.

LXXI. Terrai pronte navi da guerra piccole e larghe, non equipaggiate per la guerra, al fine di provvedere alla vigilanza, alle vettovaglie e ad ogni altra necessità di guerra; inoltre preparerai navi di un unico ordine di remi, chiamate Galee e fornite di armi per ogni evento bellico. Tu poi sarai in ogni circostanza attento e coraggioso, forte e calmo nell'affrontare e preparare ogni operazione, come si conviene ad un comandante in capo che Dio gradisce ed approva; e in entrambi i casi riceverai degna ricompensa delle tue fatiche: da Dio eterna, poiché diffondi la sua straordinaria religione, da noi riceverai i doni e le onorificenze che si convengono; in alcun modo eludendo la tua nomina ma a parole e nei fatti sarai e sarai stimato autentico comandante supremo.
Per brevità, sia sufficiente aver detto questo sulla guerra navale.

[Indice TESTI ANTICHI]


Note

[1] Si tratta dell'intero Capitolo XIX dei Tactica, di Leone VI, detto "il Saggio" o "il Filosofo", imperatore d'Oriente negli anni 886-911 d.C.. Nella redazione del presente testo, ci si è basati sulla seguente versione latina dell'opera:
- Leonis imperatoris, De bellico apparatu liber, e graeco in latinum conversus, Ioan. Checo Cantabrigiensi interp., Typis Conradi Waldkirch Ære Lazari Zetzneri, Basilea, 1595

[2] Nella versione latina: "de navali proelio".

[3] Nella versione latina: "praefecti".

[4] Il testo originale parla sempre di dromoni, termine che nella versione latina è stato tradotto in triremi ("Dromones, id est Triremes"), poiché entrambe queste parole avevano finito per indicare non tanto lo specifico tipo di unità che era così denominato, quanto una qualsiasi nave da guerra. Per tale motivo, come si è già fatto nel testo di Vegezio per il termine liburna, la parola dromone (ed il suo equivalente trireme nella versione latina) è stata ovunque tradotta in italiano con il termine generico di "nave da guerra", oppure , se non c'è rischio di confusioni, anche solo con le parole "nave" o "unità".

[5] Nella versione latina: "Navarche".

[6] Si accenna qui al cosiddetto fuoco greco, un composto esplosivo inventato nel VII sec. d.C., e che costituì un'arma incendiaria peculiare delle flotte bizantine. Questa parte, pertanto, non deriva dalla esperienza delle flotte di Roma antica, che usavano vari tipi di proiettili incendiari, ma non il fuoco greco.

[7] In questo paragrafo, nella versione latina, il comandante della nave viene indicato sia con la parola  "navarchus", sia con il titolo di centurione, poiché l'equipaggio di ciascuna nave era assimilato ad una centuria.

[8] È il ben noto tipo di nave mediterranea che si diffuse nel Medio Evo, ereditando le pregevoli caratteristiche di velocità e manovrabilità delle liburne dei Romani.

[9] Nella versione latina: "naves onerarias & equiferas".

[10] Macchina bellica per il lancio di grossi proiettili, che venivano scagliati da un cucchiaio posto all'estremità di una stanga incernierata alla sommità di una torre di legno ed azionata da un contrappeso.

[11] Nella versione latina: "imperator".

[12] Vedi nota 6.

[13] L'invenzione di questo tipo di arma venne attribuita ad Annibale, negli anni in cui cercava senza successo di ottenere una rivalsa contro i Romani o i loro alleati (Capitolo XXX).

Privacy Policy
[Indice TESTI ANTICHI]